sulla cometa

pensieri a caso, e neanche costanti.


Fino a ieri sono stata all’Hobby Show con un piccolo stand della Galassia di Carta. Ci sarebbero migliaia di cose da raccontare di questi quattro intensissimi giorni, a partire dall’enorme aiuto che Alessandra e Sara mi hanno dato. La parte più bella di questa esperienza è stato proprio condividerla con loro, parlare di noi, conoscerci ancora meglio, e trovarsi tra amiche, libere si essere noi stesse e di dirci le cose più profonde o più banali senza paura di intaccare la stima che l’altra ha di noi. Una vera esperienza di libertà e di amore. Grazie, ragazze.

Oggi poi ripensavo ad un paio di episodi che sono stati veramente esaltanti.
Sono successi ieri, con Sara presente.
Il primo è stato l’approccio di una cliente australiana, che parlava proprio come le altre due australiane che ho conosciuto nella mia breve vita: tutto appiccicato (stavolta però in italiano, ed era un po’ più facile capirla) e veloce veloce, quasi senza lasciare lo spazio per rispondere. Un po’ frastornante, veramente, ma a questo punto immagino che sia tipico della loro cultura (tre persone sono un campione abbastanza rappresentativo per delineare una cultura?).
Comunque, questa donna mi ha detto che mi conosceva. Che aveva visto le mie pagine sulle riviste di scrapbooking, e in particolare che le era piaciuta quella (con articolo) sulle date della mia vita, apparsa l’estate scorsa su Legacy. “Sì, io ti conosco”. Al momento mi ha imbarazzata moltissimo, ma ora che ci ripenso, non è poi così terribile essere riconosciuta. E immagino che per Ali, Becky, Cathy e tutte le altre scrapbooker famose che io conosco e che andrei a salutare per stringere loro la mano se le incontrassi al supermercato, sia cominciata così. Con una singola persona che le ha riconosciute, per la prima volta, per aver visto le loro pagine su una rivista. E’ strano, è imbarazzante, ma è bello.

E poi la signora che mi ha preso assolutamente alla sprovvista chiedendo se poteva comprare una mia pagina che era esposta nello stand. Una su Parigi che è stata pubblicata sullo speciale Scrapbooking della Lumina. Prima le ho detto “ma no, non ci vuole niente a rifarla!”. Poi, grazie a Sara che mi ha fatto capire esattamente cosa voleva (non avevo afferrato subito il senso della domanda), gliel’ho venduta. Come una vera artista vende un suo quadro. Ad un prezzo irrisorio, come Sara e poi Dario mi hanno rimproverato. Ma ero letteralmente scioccata. E non le ho neppure chiesto il nome.
Accidenti, le piaceva tanto una mia pagina che l’ha voluta comprare. Ancora adesso lo trovo incredibile. E bello.

Non era questo che mi aspettavo dallo scrapbooking, quando ho cominciato a farlo. Però mi piace. Sono felice, come non sono mai stata. E sono grata che la mia vita abbia preso questa piega.

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Ovvero, se copiate quello che ho scritto vi colpiranno sette anni di sfortuna e, allo scadere dei sette anni, romperete uno specchio.