sulla cometa

pensieri a caso, e neanche costanti.


So che è passata più di una settimana e ancora non ho aggiornato il blog su com'è andata col Boss, ma è stata una settimana intensa. Ricca di logistica.

Però si è trattato di una bella esperienza, tutto sommato, e vale la pena che io me la ricordi. Visto che non scrappo più :( , sarà meglio che almeno lo scriva, se no non resterà nessuna memoria. Beh, a parte quella di Dario, che per fortuna è formidabile.

Ma basta divagare: domenica, quando già ero pronta per andare a Bologna a vedere il concerto, ha chiamato Luca (il cugino, non il nipote) dicendo che aveva trovato un compratore per il biglietto in più e salvandomi il pomeriggio. Ho fatto il bucato e le altre mie cosine, e verso le 3 e mezzo di notte il marito finalmente è tornato a casa, stanco ma felice.
Pensavo di aver scampato il pericolo, ma la sera dopo mi avvicino alla mensola del soggiorno e noto, tra i biglietti vecchi, anche un paio di biglietti nuovi fiammanti per il concerto di Springsteen di Verona, giovedì 5 ottobre. Sì, quattro giorni dopo. Sì, due biglietti. Sì, lo stesso concerto.
Come ogni tipica moglie, non ho certo avuto remore ad esprimere il mio pensiero ("ti sembra il caso?!"). E lui, da bravo marito, ha esternato il suo disappunto ("ho mai messo il naso nei tuoi interessi?"). Così, per evitare che il marito si innervosisse di più (è insopportabile quando è arrabbiato), gli ho detto: "va bene, ci vai, ma stavolta vengo anch'io". Effetto calmante raggiunto all'istante.

Giovedì alle 6, dopo una dura giornata di lavoro, è venuto a prendermi con lo scooter e siamo partiti alla volta di Verona. Un paio di soste lungo l'autostrada e un po' di traffico dopo, siamo arrivati all'Arena. Una coda estenuante per entrare. Una calca inimmaginabile. E ovviamente, dati i nostri caratteri, ci siamo trovati a finire nel posto più scomodo dell'Arena, in alto e praticamente dietro al palco, da cui Bruce si vedeva solo tra le impalcature. Ma per lo meno eravamo seduti, e con poca gente attorno.
Il concerto è stato interessante, anche se come si capiva io non sono una grande fan del Boss (in realtà è stato il secondo concerto della mia vita...); a cinquant'anni e passa il ragazzo è ancora bravino, tiene la scena e canta bene. E poi Dario si è divertito, che era la cosa più importante.

Il ritorno invece è stato piuttosto devastante: freddo assurdo (ero in effetti vestita un po' troppo leggerina) e crampi alle gambe ci hanno costretto a ben tre soste, ma alla fine siamo riusciti a tornare a casa verso le 3 e il mattino dopo, freschi come rose, ad andare in ufficio.
Ah, cosa non fa fare l'amore!

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Ovvero, se copiate quello che ho scritto vi colpiranno sette anni di sfortuna e, allo scadere dei sette anni, romperete uno specchio.